domenica 27 gennaio 2013

Halfway through my exchange year

Ebbene sì, anch'io ho varcato la soglia dei 5 mesi, il che significa che ho raggiunto metà di questa magnifica esperienza da exchange student, che vorrei davvero non giungesse mai al suo termine. 
Fa effetto pensarci. Questi primi 5 mesi sono passati in un batti baleno in fin dei conti, e altrettanto velocemente, anzi ancora più velocemente, trascorreranno i prossimi. Mi viene da piangere alla sola idea di dover lasciare questo posto, queste persone che mi hanno insegnato e continuano a insegnarmi così tanto. La consapevolezza che i prossimi mesi saranno sicuramente migliori dei precedenti, però, mi consola un po'. Inoltre ho posticipato la mia data di partenza dal 21 giugno al 5 luglio, dunque avrò 15 giorni in più per godermi la mia vita americana. 
La verità è che, se da un lato non voglio partire perchè amo profondamente la mia nuova vita, dall'altro ho paura di cosa mi aspetterà al ritorno. In questi 5 mesi sono cambiata, tanto. Ho abbracciato una nuova filosofia di vita, ho imparato a carpere il diem, a godermi il momento, e non mi sono mai sentita più serena e in pace con me stessa. Mi piace la mia nuova me, mi piace un sacco. E, triste ma vero, so che non potrò infilarmi nella mia vecchia vita come se niente fosse: ci saranno persone con cui non ci sarà più molto da dire, per il semplice fatto che io sono andata avanti, mentre loro sono rimaste dov'erano, o quasi. Non so cosa succederà, ma lo scoprirò, I guess.
Venendo a fatti più concreti, giovedì sera, giorno esatto in cui ricorrevano i miei 5 mesi, dopo cena, la mia famiglia ospitante mi ha fatto trovare una mini torta al cioccolato, un biglietto di auguri tagliato a metà (essendo metà dell'esperienza) e un paio di orecchini da parte di mia sorella. Ero senza parole! 


Ieri sera ho dato un "half of the experience get-together" con una decina di amici, durante il quale mi sono divertita un sacco e ho realizzato quanta strada abbia fatto rispetto a qualche mese fa, quando ancora non ero sicura di chi considerare amico e, successivamente, uscivo solo con le mie due migliori amiche americane. Da Natale a questa parte ho cominciato a uscire anche con altre persone, il che, oltre a rendermi soddisfatta, in quanto spesso ho fatto io il primo passo, mi fa sentire totalmente integrata. Ormai quando penso a me stessa qui, vedo tutto come se dovesse durare per sempre, come se questa fosse da sempre la mia vita e queste le persone con cui da sempre la condivido. 
La differenza rispetto a un po' di tempo fa è eclatante se penso che oggi, domenica, ho già programmi per tutto il prossimo weekend, mentre in precedenza arrivavo al venerdì pomeriggio senza sapere cosa fare. 
Per quanto riguarda il resto, la settimana scorsa ho avuto gli esami di fine semestre (una cavolata), che mi hanno permesso di uscire da scuola alle 11.15 tutti i giorni. Vorrei avere esami tutto l'anno! Domani comincia il secondo semestre, dove avrò tre nuove classi: art al posto di environmental science, interior design al posto di foods e health invece di giornalismo. Mi sembrano nettamente migliori rispetto alle precedenti e spero di trovare compagni più simpatici. 
Per ora è tutto, a presto con nuovi aggiornamenti!

sabato 5 gennaio 2013

Winter Break

Non avendo la minima voglia di rispondere a quelle quattro domande di environmental science riguardo a come io possa contribuire per contrastare i cambiamenti climatici, ho avuto la brillante idea di approfittare di questi 75 minuti di study hall per aggiornare il blog. Per chi fosse stupito nel leggere environmental science e study hall chiarisco subito ogni dubbio: è il 4 gennaio e io sono a scuola. A scuola da due giorni, a dirla tutta. Trauma
Prima di raccontarvi del ritorno, del gelo che sta avvolgendo Portland in questi giorni e di altri fatti vari ed eventuali, vi parlerò delle mie vacanze natalizie, decisamente troppo corte per i miei gusti. Anyways.. 
Il 21 dicembre, ultimo giorno di scuola, è stato Ugly Christmas Sweater Day, giorno in cui si doveva indossare uno di quegli orridi maglioni natalizi. Visto che non avevo ugly Christmas sweaters, ne ho comprato uno non proprio brutto ma alquanto imbarazzante in un negozio di vestiti usati. A parte questo evento, che si è poi rivelato una mezza delusione, in quanto soltanto un quarto (a dire molto) della popolazione studentesca ha partecipato, la giornata è stata decisamente lame: in tre delle mie quattro classi abbiamo guardato film noiosi- durante matematica Elf, molto divertente in realtà ma era la terza volta che lo vedevo nel giro di due settimane, A Christmas Carol versione Muppets (terribile) durante giornalismo e un film riguardo alcuni uomini sopravvissuti in mare per mesi in environmental science. A ciò bisogna aggiungere un'ora passata a fare niente mentre i miei compagni esponevano le loro presentazioni in storia.
Il sabato e la domenica non è successo nulla di speciale, se non che ho passato la maggior parte del tempo a pulire e riordinare la mia stanza (un tempo ero una persona ordinata...). 
Lunedì, vigilia di Natale, mia sorella mi ha brutalmente svegliata urlando il mio nome e accendendo tutte le luci nella mia camera. Fortunatamente, però, aveva con sé pancakes per fare colazione insieme. Nel pomeriggio sono arrivati gli zii da cui abbiamo trascorso il giorno del Ringraziamento, con cui, alle 4, siamo andati a una specie di messa della unitarian church, chiesa che accetta tutte le credenze religiose di cui la mia famiglia ospitante fa parte. Una volta tornati a casa, dopo essere stati raggiunti da uno dei fratelli della mia host mom, abbiamo cenato con due antipasti, un'insalata e lasagne al pomodoro e ricotta che mi sono piaciute abbastanza, pur non essendo le vere, squisite lasagne bolognesi a cui sono abituata. 
Il giorno di Natale, dovendo partire per il Massachussets, dove avremmo passato due giorni con la famiglia del mio host dad, sono stata costretta ad alzarmi alle 7.30, il che non mi ha entusiasmato particolarmente. Nonostante ciò la mattina è stata la parte migliore della giornata: l'apertura di un sacco di regali inaspettati sorseggiando il mio cappuccino (non riesco più a vivere senza berne almeno uno al giorno...e pensare che quando ero in Italia non lo consideravo nulla di speciale!) e mangiando il mio muffin quotidiano, mentre fuori i primi fiocchi di neve cominciavano a cadere, mi ha reso felice. 
Terminata questa fase, ci siamo messi in viaggio, viaggio durato ben tre ore. Arrivati a casa della sorella del mio hdad, abbiamo aperto altri regali e cenato attorno alle 16.30 (!) con pollo, altro tipo di carne di cui non ricordo il nome, patate arrosto, zucca, cavoletti di bruxelles e cipolle agrodolci. Malgrado non vada pazza per i piatti tipici bolognesi di Natale, devo ammettere che quest'anno mi sono mancati parecchio. E in generale mi sono mancate tutte le tradizioni natalizie della mia famiglia: il cenone della vigilia, i film natalizi mangiando il mio adorato pandoro, ecc. E mi è mancata la mia famiglia. Per la prima volta ho veramente provato nostalgia, sarà perchè, a parte la cena e un gioco di società, non c'è stato nient'altro da fare e, una volta che la noia ha preso il sopravvento, la mia mente non ha aspettato un secondo di più prima di volare in Italia. 
Se in un primo momento il 26 si era prospettato migliore, si è rivelato esattamente uguale al giorno di Natale, con l'eccezione che una tempesta di neve prevista per la sera ci ha costretti a partire nel pomeriggio, con un giorno di anticipo, fatto che mi ha sollevata immediatamente. Non appena sono entrata in macchina, infatti, mi sono subito sentita meglio e by the time I was home ero completamente guarita. 
Il resto delle vacanze è volato cucinando biscotti, andando agli allenamenti di nuoto e giocando nella neve con le mie amiche (ho fatto per la prima volta un pupazzo di neve :D).
L'ultimo dell'anno, che avrei voluto rendere epico essendo qui negli Stati Uniti, è stato invece uno dei peggiori (e probabilmente il peggiore) che abbia mai vissuto. Il piano iniziale era di avere uno sleepover a casa della mia amica Anna insieme a una sua amica che io non conoscevo, ma, dopo vari cambiamenti, abbiamo deciso di andare a un party organizzato da amici di famiglia dell'amica e rientrare a casa di Anna prima della mezzanotte. Il party, pur essendo pieno di adulti e ragazzi più piccoli, è stato l'unico momento accettabile della serata... o meglio, la mezz'ora in cui abbiamo parlato con due ragazzi che vanno al college è stata l'unica parte carina della serata. La mezz'ora seguita dopo che loro se ne erano andati non lo è stata. Almeno ho mangiato in quel lasso di tempo. Lasciato il party alle 10.30, siamo rientrate a casa di Anna, dove abbiamo seguito in diretta il ball drop di New York. And that's pretty much it. La mezzanotte è scoccata, la sfera è stata calata e non c'è stato nessun brindisi, nessun festeggiamento. In quel momento ho davvero desiderato di essere in Italia, più di quanto lo avessi fatto il giorno di Natale. E ho continuato a desiderarlo per tutto capodanno. Poi, il 2 di gennaio le mie vacanze sono sfortunatamente finite e sono fortunatamente rientrata a scuola, il che mi ha totalmente distratto da quella sensazione. 
Avrei altro da raccontare ma questo post è già abbastanza lungo, quindi rimanderò al prossimo. Sappiate, però, che Portland è stata avvolta dal gelo: a partire da mercoledì ci sono stati rispettivamente -12, -16 e -8 di mattina! Sono eccitata di sperimentare un tipico Maine winter!     

martedì 1 gennaio 2013

Goodbye 2012, welcome 2013!

Da dove cominciare? 
Mi sento in colpa per non avere aggiornato per un mese intero, per non avervi resi partecipi di ciò che accade a questa diciassettenne dall'altra parte del mondo, ma spesso gli eventi che mi vedono protagonista sono così semplici che mi chiedo se ne valga la pena, se a qualcuno davvero interessi leggere di cosa capita alla cara e vecchia Cate in America. D'altra parte, però, mi dico anche che questa è un'esperienza unica e, ora che ho praticamente abbandonato il mio diario, il blog è rimasto l'unico mezzo tramite cui i miei ricordi possono rimanere impressi. E dunque eccomi qui, pronta a scrivere di questo passaggio tra 2012 e 2013. 
E' buffo come ogni 31 dicembre si festeggi l'arrivo del nuovo anno: in fin dei conti la nostra vita procede ugualmente, nessun cambiamento radicale prende luogo allo scoccare della mezzanotte. Eppure, ogni anno, al sopraggiungere della sera del 31 dicembre, sento qualcosa in me, forse la speranza per un nuovo anno in cui i miei sogni possano diventare realtà o semplicemente la consapevolezza di come, no matter what, il tempo trascorre inesorabilmente, senza badare a noi, piccoli e impotenti esseri umani. E' un qualcosa che mi affascina. Quest'anno, però, ho un motivo particolare per soffermarmi a guardare indietro: il 2012 è stato davvero l'anno in cui finalmente i miei sogni sono diventati realtà. Per quanto sia passata attraverso momenti difficili, avrò sempre il ricordo di un 2012 speciale e ricco di emozioni. 
366 giorni fa mi trovavo a Londra con due fantastiche amiche, ancora totalmente incerta su cosa mi sarebbe aspettato da agosto in poi. Ora mi ritrovo seduta sul mio soffice e caldo letto, in una camera colorata e accogliente, scrivendo da un computer che un anno fa ancora non mi apparteneva, mentre una sorella che un anno fa non avevo ride guardando una serie TV di cui l'anno scorso avevo solo sentito parlare. Tra due ore sarò a casa di un'amica speciale di cui quattro mesi fa ero all'oscuro dell'esistenza, con persone cresciute in un mondo di cui un anno fa avevo solo un'idea formata attraverso i media. Come cambia la vita in 366 giorni... 
Guardandomi indietro, oltre a notare una serie di eventi che hanno lasciato un segno indelebile in me, vedo la mia famiglia, a cui, in questo periodo di feste più che mai, realizzo di volere un bene immenso. Sono fortunata ad avere una famiglia come la mia che mi ha permesso di vivere questa esperienza e persone che, pur essendo a migliaia di chilometri di distanza, continuano a sostenermi. A loro in particolare auguro un buon anno dal profondo del mio cuore. 
Sono fortunata ad avere due famiglie e due vite in due paesi diversi! 
Questi ultimi quattro mesi del 2012 sono stati meravigliosi; i primi 6 del 2013 saranno anche meglio!
BUON ANNO ITALIA, BUON ANNO AMERICA (in a while)!

Izzy, you deserve a note only for you, if you're reading my blog: happy 2013, American friend! I love you! :)