mercoledì 5 settembre 2012

First 10 days in America!

I have so much to tell that I don't know where to start!
Forse conviene cominciare dal giorno del mio arrivo a Portland. Avendo il volo alle 11.19, sono partita dall'Hampton Inn, l'hotel in cui abbiamo soggiornato durante i 3 giorni a New York, con l'ultimo pullman, quello delle 8. Dopo aver effettuato il check-in (un check-in fai da te) con l'aiuto di Roberta, ho aspettato 2 ore l'imbarco, previsto per le 10.44, con Marco, exchange student in Missouri, il cui gate era vicinissimo al mio. Con l'ansia a mille, sia perchè era la prima volta che prendevo l'aereo da sola sia perchè a breve avrei incontrato la famiglia ospitante, sono salita su un aereo minuscolo, talmente piccolo che ci hanno fatto imbarcare anche il bagaglio a mano. A causa di un'improvvisa pioggia, siamo decollati con mezz'ora di ritardo, ma nonostante ciò, sono giunta a Portland abbastanza in orario. Ad attendermi all'aeroporto c'erano il fratello e la mamma che mi hanno subito accompagnata all'allenamento di soccer per incontrare la sorella di 16 anni e la squadra, ma soprattutto per farmi conoscere l'allenatore, il quale è stato davvero gentilissimo! Dopo aver pranzato in un diner che si affaccia sul porto e avermi velocemente mostrato la città dalla jeep della mamma (una jeep senza portiere nè tetto...uno di questi giorni devo fotografarla!), insieme alla sorella di 19 anni siamo andate in un maneggio dove entrambe le sorelle hanno fatto del volontariato in passato. Dal momento che in casa, non essendo Francesca ancora partita per il college, il mio letto era occupato, la sera, come tutte le sere fino a giovedì 30, sono andata a dormire da Julie, un'amica della mamma con una figlia di 6 anni e un cane molto puccioso chiamato Pesto. 
A parte gli allenamenti di soccer, grazie a cui ho conosciuto alcune ragazze, fino a giovedì non ho fatto nient'altro, il che mi ha provocato una noia immensa, accompagnata da relativa nostalgia di casa! 
Giovedì sera Julie mi ha portato a visitare dei posti bellissimi sulla costa di South Portland, dove vive lei, mentre venerdì sera, giorno in cui mi sono trasferita definitivamente a casa Pasquali e giorno della mia prima partita di soccer, durante la quale però non ho giocato in quanto non mi sentivo e non mi sento tuttora pronta, ho assistito alla mia prima partita di baseball, che ho trovato piuttosto noiosa. Fortunatamente quelle 3 ore (sì, è durata proprio 3 ore!!!) sono state allietate dalla presenza di cibo (siamo rimasti tutto il tempo nell'area ristorazione) e di alcuni amici di famiglia, tra cui un certo John davvero pazzo e simpatico! 
Nel pomeriggio di sabato, giornata di grandissima homesick, nostalgia che non avevo ancora provato a quei livelli, io, Julia, little Vinnie, Jayne e sua cugina con la relativa figlia di 4 anni, siamo andati a Freeport, un paese tappezzato di negozi di marca, dove non ho comprato nulla perchè, oltre al fatto che era tutto abbastanza costoso, non ho trovato niente che mi piacesse veramente. Dopo aver cenato con una pizza, buona tra l'altro, alle 17.30 ed esserci riposati un po' a casa, attorno alle 20 io e miei hparents siamo andati da Walmart, supermercato enorme e alquanto dispersivo a causa della troppa varietà di prodotti, dove ho comprato il mio fantastico cellulare americano.  
Domenica pomeriggio e sera, in onore del compleanno della mamma, che cadeva proprio in quella giornata, della nonna, che era lunedì, e mio, oggi (o ieri per chi è in Italia), siamo andati a un barbecue a casa della cugina, per la prima parte del quale, essendoci solo bambini, mi sono annoiata parecchio. Fortunatamente, però, più tardi è arrivato un ragazzo della mia età, invitato apposta dal mio hdad, con cui ho parlato tantissimo e con cui sto (forse) stringendo amicizia. 
Di ieri rilevante è solo l'allenamento di soccer, che è stato veramente duro, e oggi, nonostante sia il mio compleanno, tranne per la cena (alle 17!!!) con Julie e sua figlia, il che ha occupato soltanto un'ora, non ho fatto assolutamente nulla, nemmeno calcio perchè nessuno mi poteva accompagnare. Al contrario domani sarà una giornata più piena: andrò a scuola per scegliere finalmente le materie e nel pomeriggio avrò una partita di soccer. 

    

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