martedì 25 settembre 2012

First month in the US

24.08.12 --> 24.09.12

Un mese.

Un mese fa, a quest'ora, ero da poco atterrata a Newark, piena di paure, dubbi e insicurezze, ancora incredula di aver effettivamente lasciato casa e di aver salutato la mia famiglia, la cui immagine all'aeroporto, un secondo prima di allontanarmi, è impressa nella mia mente con un pennarello indelebile. Altrettanto indelebile è la sensazione provata in quel momento, una sensazione di spaesatezza totale, di vuoto dentro dovuto all'aver realizzato solo allora cosa significasse estirpare le proprie radici per andare verso l'ignoto, ignoto che ora è diventato una nuova sicurezza. Le mie sicurezze qui, dopo essere state smontate più volte, sono diventate la mia nuova famiglia e la scuola, ambienti in cui ogni giorno c'è qualcosa da imparare, scoprire e sperimentare. Uno degli aspetti più belli di questa esperienza, infatti, è proprio quello di lanciarsi in attività che mai si avrebbe pensato di poter provare. 
In questo mese ho vissuto tante nuove situazioni, alcune delle quali spiacevoli a cui mi sono comunque adattata, cercando sempre di considerare solo i lati positivi di ciò che stavo vivendo. In questo mese, probabilmente per la prima volta in tutta la mia vita, ho veramente vissuto, cogliendo ogni occasione, essendo il più estroversa possibile, al contrario di quanto il mio carattere suggerirebbe, per cercare di conoscere il maggior numero di persone incontrate lungo la mia strada, ognuna delle quali sarebbe potuta diventare importante nella mia vita -e alcune, se non lo sono ancora, lo stanno pian piano divenendo. Un altro aspetto interessante  di questa esperienza è che, ripartendo completamente da zero, si impara ad apprezzare ogni piccolo "successo": dalle due parole scambiate con la compagna di classe all'esercizio ben eseguito durante l'allenamento di soccer. Una delle sensazioni più incredibili è proprio quella data dall'osservare che giorno dopo giorno, successo dopo successo, si trova sempre più un posto all'interno del nuovo ambiente, un posto tutto per sè che nessuno potrà mai rubare. E' pazzesco come io, nonostante sia consapevole della mia posizione di "straniera", ancora inesperta della cultura americana e, ovviamente, della lingua, allo stesso tempo mi senta a casa, nel posto giusto al momento giusto. Probabilmente è grazie a questa sensazione, all'essere stata in grado di adattarmi così rapidamente, che non sono, con mio grande stupore, per niente homesick. Per il momento mi sto semplicemente godendo ogni singolo istante di questa mia nuova eccitante e sorprendente vita americana.   

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